
Un EcO di immagini

Da quando sono partita per Torino due immagini affiorano alternandosi nella mia mente per poi sparire e lasciare il posto agli altri pensieri. Stamani ho chiesto ai bambini di ricordare l’ultima volta in cui avessero provato meraviglia e con il gesso ho scritto STUPORE sulla lavagna. La parola bianca su campo nero appare e scompare davanti a me come una scritta al neon.
L’altra immagine riguarda la locandina dello spettacolo di questa sera, EcO.
Mi ricorda la statuetta di un guerriero antico, la copertina del catalogo di una mostra sugli Etruschi di qualche anno fa. Ingrandisco l’immagine sullo smartphone ma proprio non riesco a capire di che cosa di preciso si tratti.
Nel teatro lascio ogni cosa alle spalle, ed è facile perchè in sala gli attori sono già sul palco ad accoglierci, a guardarci e schernirci, noi pubblico parte delle loro improvvisazioni. Il contatto è subito stabilito.
Una volta che siamo tutti lì, abili mimi dal naso rosso si muovono tra reti di lacci vermigli e luci azzurre, accompagnati da minimali suoni di voce e chitarra e da una concertina che in un gesto poetico a tratti si fa personaggio anch’essa, col suo flettersi in pieghe di carta e sospiri.
Poi i due si mettono a giocare con il nastro adesivo, lo accartocciano e ne esce una sfera – la testa – delle forme tubolari – gli arti e il corpo – fino a comporre un fantoccetto che gioca a fare l’equilibrista. Allora ecco che le immagini che mi hanno accompagnato durante tutto il viaggio acquistano senso completandosi a vicenda. Ciò che mi era ignoto appare ora in tutta la sua chiarezza. Ecco il mio guerrierro. Il mio guerriero è uno stupefacente funambolo.
Annalisa Boccardi
