L’altra identità

Cerco consolazione nelle immagini che mi passano davanti, nell’attrice che veste i nostri panni, prima neri e poi bianchi. Questo spettacolo mi trasmette agitazione e sconforto, persino nell’accompagnamento musicale dal vivo.
Anche io ho un nemico immaginario, una specie di alter ego che ogni tanto spunta fuori per denigrare e criticare le mie azioni, come avviene in teatro, dove due figure femminili si muovono un po’ sincopate e un po’ all’unisono.

Sul palco vedo una donna spaesata e confusa, inseguita da questo personaggio mascherato che ricorda i suoi fantasmi interiori. La sera, prima di andare a dormire, lei si guarda allo specchio e non si piace… spesso capita anche a me mentre mi lavo i denti. Il suo sonno è tormentato da ombre nere, sono le braccia velate della ballerina che le danza intorno: a volte trasalisco nel letto per un brutto sogno dopo una giornata insoddisfacente.

Appena si fa giorno, eccola indossare la maschera per nascondere la frustrazione e imitare gli altri: quante volte mi comporto allo stesso modo per soffocare il mio giudice interiore e non essere valutata “diversa”. Ma la mia coscienza a quel punto si fa avanti, mi tappo le orecchie stringendo la testa tra le mani come succede in scena, tanto si sente lo stesso, perché il rumore sordo arriva da dentro di sé.

Io perdo il mio centro, sul palco lei si tiene in equilibrio sulle mani senza perdere il baricentro, qualche secondo di sforzo e ricade a terra: è di nuovo tutto all’aria sia per me che per lei? Pensavo di avere le idee chiare, invece mi rendo conto che mi muovo alla cieca.

L’attrice è in piedi sul tavolo, bendata, ma anche la sua aguzzina ha un fazzoletto bianco sugli occhi e spinge il tavolo senza una meta, portandola sul ciglio del baratro. Dietro a un velo nero l’attrice volteggia in una danza acrobatica, fino a raggiungere la cima di una pertica per afferrare la maschera di un “pulcinella nero”, come se il circolo vizioso ricominciasse.

Mi sento incatenata anche io a quella pertica, come un animale in cattività, rabbiosa e aggressiva a forza di sentirmi in gabbia.

Giannina Parodi

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